Regia Stefano Muti;

Durata 50 min.

Sinossi

A Campegine, nella brumosa pianura reggiana, vive uno dei più singolari intellettuali che sia dato di incontrare. Si chiama Riccardo Bertani, ha ottantuno anni ed è, come dice la sua carta d’identità, un contadino. In realtà da decenni, nella sua densa e visionaria solitudine di autodidatta, si dedica ad intensi studi di glottologia e di culture popolari. Bertani, che è capace di leggere un centinaio di lingue (il longobardo e l’etrusco fra le altre) è uno dei maggiori esperti, riconosciuto, anche a livello accademico dei dialetti parlati e dalla letteratura epica dalle tante popolazioni più o meno nomadi che abitano le grandi pianure siberiane: i Burlati, i Jugakiry, gli Jacuti. In realtà, dovendo inquadrare e riassumere in qualche maniera la sua elaborata vicenda intellettuale si può dire che Riccardo Bertani è, al fondo,  un poeta-sognatore che ha navigato lungo le correnti della storia, che ha esplorato mondi e paesi lontanissimi senza mai muoversi dalla sua modesta casa della campagna emiliana. Dopo ironie e sottovalutazioni la sua gente oggi sta riscoprendo il valore della sua vicenda intellettuale ed umana.

Note Biografiche

Stefano Muti

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